Venerdì 6 Dicembre 2013
ore 10,30 Aula Carle – Ospedale Mauriziano Torino
Quando una persona entra in ospedale per affrontare un intervento chirurgico, inizia un percorso complesso per il corpo e per la mente. Il corpo è soggetto a un cambiamento percepito in continuità al danno che ha determinato l’intervento.Vissuti di perdita, spinte rivendicative, rabbiose, disorientamento accompagnano il viaggio del paziente. Questa crisi emotiva è fisiologica perché spesso attiva vitali processi di “cicatrizzazione psichica” che accompagnano quelli somatici e normalmente il malato ricostruisce un equilibrio soddisfacente.
Tuttavia non sempre ciò accade e alcuni non riescono a utilizzare le proprie risorse per completare il processo di guarigione. I vissuti invadono il campo dell’elaborazione psichica e impediscono la costruzione di un significato per l’evento che ha causato l’operazione, rendendo opachi gli atti medici ricevuti. Questa frattura tra le emozioni e la realtà genera solitudine e spinge le persone a non farsi carico della propria salute. Una ricerca condotta presso il reparto di Chirurgia Plastica dell’Ospedale Mauriziano ci aiuta a riflettere sull’esperienza dei pazienti, sui loro delicati percorsi di guarigione e sul significato che assumono le cure per chi vive una condizione di dolorosa rottura della propria continuità esistenziale.