Armando, Collana Psicoanalisi e psichiatria dinamica, Roma, 2007
Il testo affronta in modo nuovo la creatività, non considerandola più soltanto una sublimazione ma una disposizione naturale e universale, un’espressione pulsionale talvolta ostacolata da un rimosso ontogenetico o filogenetico. Il libro evidenzia infatti che un processo creatore può mettersi in moto tutte le volte in cui un conflitto viene risolto, apportando alla persona un arricchimento intrapsichico ed interpersonale.
Gli autori, analisti, hanno studiato i meccanismi inconsci della creatività e hanno scoperto che, quando c’è fluidità psichica, si tesse una creatività appagante, diversa dalla sublimazione e dalla formazione di sintomo. In questo caso, il processo creatore conduce ad un’attività che produce benessere. Di qui il titolo del libro: Creatività benessere.
L’elaborazione di queste leggi generali, in merito alla creatività e alla sua espressione naturale, è basata sulla riflessione che gli autori hanno fatto su dati analitici e postanalitici. In particolare, la seduta lunga – prassi operativa e fulcro della micropsicoanalisi – ha permesso di osservare dettagliatamente il percorso dell’atto creatore. Di qui, il sottotitolo Movimenti creativi in analisi.
Il libro, infatti, mette bene in luce come il flusso associativo della seduta lunga possa liberare un processo creatore inibito. Avendo un tempo idoneo a disposizione, la persona in micropsicoanalisi ha modo di sperimentare che, successivamente alla disattivazione di esperienze di sofferenza, fissatesi nell’inconscio, può avvenire, nello psichismo, anche uno scongelamento di potenzialità creatrici. Queste costituiscono – e ciò è indubbiamente un aspetto saliente, peraltro innovativo, del libro – aspetti non conflittuali dell’inconscio. Per gli autori, le potenzialità creatrici sono le tracce registrate nell’inconscio di esperienze di appagamento, distensione, adattamento, riequilibrio di stati tensionali, materiali di vita che possono riverberare in un campo transferale/controtransferale che sia disponibile ad ammetterne la presenza.
Un tentativo interessante del libro è di chiarire il percorso che compie l’atto creatore dalle potenzialità creatrici alle manifestazioni nella realtà. Quando queste tracce – memorie latenti di appagamento – si riattivano e riaffiorano, si trasformano in informazioni per far circolare il loro contenuto di benessere che può così relazionarsi con alcuni residuati conflittuali/traumatici di rimossi disattivati; queste tracce che riaffiorano vengono chiamate dagli autori informazioni di benessere. Il libro lega la messa in movimento della creatività alla riattivazione di tali informazioni, che diventano utilizzabili. Vi si puntualizza ancora come la creazione si renda possibile a partire da una perdita o da una separazione dalle quali si generano vissuti di mancanza. Per gli autori, la rielaborazione di queste ferite permette di superare il lutto facendo entrare in gioco una pulsione creatrice. Ciò consente al lavoro analitico di sfociare in un ambito più esistenziale che porta in sé anche aspetti di benessere, memorizzati nello psichismo.
Allora, ogniqualvolta un conflitto si disattiva, in un gioco di incastro, informazioni di benessere e residuati conflittuali/traumatici possono elaborarsi insieme, ricombinandosi con informazioni presenti nel preconscio (elementi socio-culturali, conoscenze scolastiche, percezione dell’ambiente, attività immaginativa…).Tale lavoro psichico, chiamato elaborazione ricombinativa dagli autori, conduce ad una formazione psichica originale, un oggetto psichico ricombinato che, sul finire del percorso, si trasformerà in una manifestazione concreta di creatività.
Nel libro, viene anche sottolineato come il tipo di creatività dipenda dalla proporzione delle informazioni di benessere, rispetto ai residuati conflittuali/traumatici: quando le prime sono presenti in modo maggioritario, ciò che viene tessuto nello psichismo e che poi approda alla realtà è creatività benessere in cui la pulsione creatrice si è espressa in alleanza con la pulsione di vita. Quando le proporzioni premiano invece i residuati conflittuali/traumatici, si assiste a manifestazioni di creatività sintomo e creatività sublimazione in cui certa distruttività della pulsione di morte viene comunque già attutita.
In ultima analisi, l’idea del libro è che il processo creatore non esprima tanto una conflittualità psichica quanto una sinergia tra una perdita rielaborata, un vissuto di vuoto accettato e informazioni di benessere resesi visibili. Quindi, un lavoro analitico, visto in quest’ottica, non condurrà solo a disattivare i conflitti ma vi aggiungerà anche la possibilità di ripristinare la manifestazione naturale della creatività e del benessere.