La vita guarita Sgarbugliando il gomitolo

 

È in circolazione – già presente al Salone del libro, Torino 2024 – il quinto libro della Collana Tracce di benessere ricombinate… (tbr)1 ideata e diretta da Daniela Gariglio, con illustrazioni di Albertina Bollati, Araba Fenice: Enza Prunottto, La vita guarita. Sgarbugliando il gomitolo, 2024 (http://www.arabafenicelibri.it/scheda-libro/enza-prunotto/la-vita-guarita-9788866179139-727152.html )

 

 

a cura di Daniela Gariglio

Ho accompagnato la presentazione del libro con alcuni inserti abbinati alla copertina e quarta, in quanto aspetti, propri dello spirito sinergico con cui sono state approntate stesura e pubblicazione dell’opera: punti salienti dei 4 diversi e interessanti commenti (E. Demarchi, A. Re, M. Riccò, G. Sirena), quanto tratto dalla mia Prefazione che introduce al testo, dal Commento all’illustrazione di copertina di A. Bollati che coglie il senso nucleare dell’opera e dalla sensibile e accorta Postfazione, dal punto di vista professionale-umano, di L. La Stella. L’Indice del libro permetterà di prendere visione dell’iter di scrittura-pittura, inserito dall’Autrice. Alla mia presentazione, fa seguito l’inserimento del Commento completo del Collega Matteo Riccò con il rimando al ruolo dell’Immagine in micropsicoanalisi nel suo aspetto di trasformazione, aspetto trattato nello specifico da questa Collana e che tutto il libro di Prunotto, Artista con lunga sedimentazione di tale esperienza, evidenzia molto bene avendo anche lavorato in tal senso.

 


“Sgarbugliare un gomitolo”, come “lunga traccia affettiva, ricucendone interruzioni”, mentre “il viaggio continua libero”.
E. Demarchi
“Fili di lana e filo spinato, un viaggio” in “echi di vita che (…) rispondono a nostre domande (…) Perché, ogni frammento contiene il tutto”. A. Re
“Mi ha colpito il senso di gratitudine di chi si sente (…) libero, come l’esperienza analitica gli ha insegnato. (…). Allora l’Immagine, (…) può cambiare ricombinandosi, come testimonia la casa di famiglia dell’Autrice (…) ora luogo di scambio arricchente”. M. Riccò
“L’Essere dei gomitoli? Tengono ma non trattengono. (…) Il filo del benessere è il bello della vita e i gomitoli ne sono il paesaggio”. G. Sirena

“Prunotto sgarbuglia, uno dopo l’altro, i 4 Gomitoli, che ha reso protagonisti di questo suo libro, mentre ci racconta come la vita, per lei, sia ora più gentile. La maestria pittorica dell’artista, si sposa oggi con la sua nuova capacità narrativa, in un timbro immediato di scrittura, in quanto naturale capacità di osservare e sentire insieme. Una mente di pittrice riportata nella parola in cui si avverte l’eco meditativa, riflessiva, emozionata della persona. Infine, il lettore, addetto ai lavori, potrà toccare con mano anche l’avvenuta interiorizzazione di una peculiarità del procedere micropsicoanalitico in cui l’amplificazione del dettaglio permette di accomodarsi nel conforto di un sorriso condiviso.“ Daniela Gariglio

“I gomitoli, (…) simboli di un nodo esistenziale finalmente sgarbugliato o di una rinnovata serenità o di un benessere ritrovato, (…) possono disporsi a quadrifoglio per significare non solo un benefico e generale augurio di buona fortuna, messaggio che raccoglie lo spirito altruistico che si fa strada nella parte finale del libro, ma anche la possibilità ininterrotta di rinascere dopo inverni di dolore, e di veder rispuntare, sempre e ancora, nuove gemme, nuove piccole foglie. È “LA VITA GUARITA”. Dalla Presentazione dell’immagine di copertina di Albertina Bollati

Enza Prunotto
LA VITA GUARITA
Sgarbugliando il gomitolo

“Testo straordinario in una Collana di eccellenza, che prosegue il suo percorso proprio riflettendo sullo spazio, sullo scritto, sull’arte, sulla memoria, sulla relazione. Un testo spontaneo, ben scritto che, facendo riferimento ai gomitoli dell’esistenza, si situa su un universo in cui la simultaneità di ricordi e voci diverse costituiscono esperienza, sia nel lavoro psicoanalitico sia in una narrazione capace di percepire, nell’intimo, un lavoro in cui ci sentiamo coinvolti e immersi, quasi si trattasse dei nostri vissuti, sentimenti, emozioni. (…) Mi piace considerare questo libro, proprio come un navigatore. (…) Questi Gomitoli mi hanno anche permesso di (…) prendere in esame qualche remota incomprensione che solo, grazie ad un grande lavoro micropsicoanalitico, può” riemergere dalle profondità. “Ringrazio dunque l’ideatrice e direttrice di questa Collana per aver accolto tale testo (…) perché queste sono le storie che ci mettono in questione e in relazione.” Dalla Postfazione di Luciana La Stella

 

La vita guarita

sgarbugliando il gomitolo…

è una toccante Narrazione, punteggiata da accattivanti risvolti di poesia e il richiamo a diversi periodi di pittura (prima, durante e dopo il lavoro analitico) dell’artista Enza Prunotto (https://enzaprunotto.wordpress.com/) che, dopo anni di sedimentazione micropsicoanalitica e vita vissuta, si apre ancora alla rievocazione, intrecciandone qualche sprazzo di ricordo connotato delle relative emozioni. Queste memorie a posteriori, scaturite naturalmente dal profondo, possono oggi essere ridescritte come la riemersione di qualche eco, assecondandone l’interiorizzazione dell’abitudine ad elaborare, propria di chi ha da tempo completato e ben sedimentato il percorso analitico. Si tratta di risonanze dell’esperienza psicoanalitica dell’Autrice da cui si può ancora evincere la spinta ad aver, al tempo, intrapreso tale percorso, tema sempre attenzionato, in ambito psicoanalitico, quindi generalizzabile come discorso.

Perché leggere questo libro

Per quanto mi riguarda, l’interesse centrale per questa lettura, è stato l’approdo della narrazione ad un prolifico tentativo comunitario di accoglienza artistica, in corso d’opera. Un aspetto relazionale benefico, dunque, che ha condotto La vita guarita, a poter far parte di questa Collana che testimonia, appunto, la ricombinazione di tracce di benessere con echi traumatici, con protagonismo delle prime.

In merito allo sfociare di tale aspetto relazionale, benefico per la persona e la Comunità, presentando in Psicoanalisi e Scienza (PeS), il libro di Prunotto (23 maggio 2024), in un tratto di riflessione generale, ne ho, specificatamente, evidenziato l’aspetto di trasformazione dell’essenza narcisistica, solitamente naturale nell’artista attratto dal suo personale contatto con l’inconscio che, di volta in volta, gli suggerisce le creazioni e di cui, a ragione, va quindi molto fiero, in qualcosa che dialoga con gli altri. Ciò che, alla fine, dovrebbe caratterizzare chi ha compiuto un adeguato percorso psicoanalitico. Il che, per il discorso che si sta portando avanti, rende attività sinergica, l’accoppiata di Arte e Scienza. Ed ecco allora che, la nascita di “Casa Prunotto”, ex dimora dei Genitori, adibita a Mostre d’arte, come nuova realtà del territorio (Gomitolo 3 del libro: Progetti. Recensioni di Artisti in mostra. Cfr. pp. 147-176), connotabile come relazione di accoglienza, partecipazione e condivisione, può anche soddisfare quel desiderio profondo di riconoscimento, connaturato all’artista, ma rintracciabile in molti. Desiderio che, se soddisfatto, diventa buon motivo di libagione.

La trasformazione narcisistica

Cito allora, in merito alla possibilità di “trasformazione narcisistica” di cui ho già un po’ argomentato in PeS (https://www.psicoanalisi.it/libri/prunotto/209004/ ): “Genericamente detto e, secondo quanto avevo già scritto (Gariglio 2010, Parlando di “creatività benessere”, in particolare, nella relazione analitica ), evidenziando in quel contesto la relazione analista-analizzato, mi son sentita di poter condividere, anche in questa testimonianza, l’alito di quel ‘narcisismo positivo, vitale e creativo, altrimenti chiamato da Davide Lopez e Loretta Zorzi (in Terapia psicoanalitica delle malattie depressive, Cortina, Milano, 2003, p. 86) ‘sano e maturo’ perché sganciato dalla ‘iperdipendenza dalle risorse libidico-emotive’ di altri che ‘impedisce la trasformazione naturale’ del singolo’. Un modo di essere, che chiamo (Gariglio, 2011) ‘la nascita del proprio originale analitico-postanalitico’1 che, fuori di proiezioni e identificazioni improprie, può finalmente incontrare l’altro, forte della chiarezza di qualche desiderio riemerso che, finalmente può diventare tentativo (Fanti, 1984, Dizionario di psicoanalisi e di micropsicoanalisi. Collana di Micropsicoanalisi. Diretta da Nicola Peluffo. Borla, Roma, pp. 53-60), degno di essere esplorato. A dire che l’allargamento al contatto con l’altro, innestando la fruttificazione di relazioni propositive, spinge ad una trasformazione continua, in quanto contatto carico di ‘pulsione creatrice’, in alleanza con quella ‘di vita’ (Gariglio, Lysek, 2007, pp. 144-147, https://www.psicoanalisi.it/libri/creativita-benessere-movimenti-creativi-in-analisi-di-daniela-gariglio-e-daniel-lysek/3605/ ). E rimando alle pagine di chiusura in cui Prunotto ne parla a chiare lettere (p. 220), come ‘la miglior eredità che io possa lasciare’ ”.

A dire che, a ragione, si può incontrare l’altro, non solo per appendergli, difensivamente, la proiezione di nostre miserie rimosse e fornire alimento alla tensione della distruttività propria della parte preponderante della pulsione di morte (nel suo compendio micropsicoanalitico con quella di vita), ma per tentare, infine, di costruire, insieme, situazioni di sinergia appagante da cui farsi trascinare in qualche sano rivolo di vita e creazione.

La vita guarita. Sgarbugliando il gomitoloDalla quarta di copertina:

Il libro, introdotto dal disegno di copertina e spiegazione di Albertina Bollati, Foglie nuove (p. 21), è accompagnato dalla Prefazione e bibliografia, E la vita continua di Gariglio (pp. 7-20) e dalla Postfazione di Luciana La Stella (cara Collega e Presidente Opifer APS, Associazione Psicoanalisti Italiani con cui il nostro Istituto ha in corso una prolifica collaborazione), L’essere tra spazio e tempo oltre il silenzio (pp. 223-232). Il libro si chiude con 4 Commenti di: Enzo Demarchi (rappresentativo Autore del quarto libro della Collana, http://www.arabafenicelibri.it/scheda-libro/enzo-demarchi/punti-di-luce-9788866175728-585908.html ) con il suo Affetti riscoperti (pp. 234-236), altri cari Colleghi, Alessandra Re, Fili di lana e filo spinato (pp. 237-238), Matteo Riccò, Luce d’artista (pp. 239-240) e Gerolamo Sirena (anche artista di intensità pittorica), Sogno di ballare per dire tutto quello che c’è da dire (pp. 241-242). Prunotto introduce alla lettura dei suoi 4 Gomitoli, qui, “metafora di ingarbugliamenti e relativi snodi”, concludendo la presentazione dell’opera con un’apertura alla relazione dove la “Bellezza” è diventata naturale protagonista di Vita in cui l’Arte, risuona di Affetto. L’Autrice, riferendosi al titolo e sottotitolo del libro, spiega il protagonismo della trasformazione di percorsi “dal malessere alla gioia”, con questa metafora come rappresentazione: “Ci vogliono mani e braccia lunghissime e la forza di scavare, per riportare alla luce quelle radici profonde che hanno condizionato la propria vita” ma che, infine, sono diventate una “traccia, come migliore eredità che io possa lasciare”.

Un libro come testimonianza,

dunque, della possibilità di ben coniugare Scienza ed Arte. Condensazione cui, personalmente, ho dato molta energia, sia nello svolgimento della professione, sia nello studio imperniato sullo sviluppo della creatività in analisi, osservata nel suo possibile mantenimento, nella vita di realtà.

E mi piace allora pensare che anche questa Collana con suoi egregi Collaboratori possa contribuire, almeno un po’, a “non portare la peste” (Freud, 18 marzo, 20232), nell’una e nell’altra situazione ma a farne interagire le rispettive essenze in cui l’interlocutore sia sempre e solo la persona in toto, onnicomprensiva dei suoi disagi e piacevolezze onto-filogenetiche.

Indice di La vita guarita

Prefazione di Daniela Gariglio:
E la vita continua

A proposito dell’immagine di copertina
di Albertina Bollati:
Foglie nuove

INTRODUZIONE di Enza Prunotto
Gomitolo come metafora

1° Gomitolo: Gli inizi
L’eco della mente bambina.
(solo ricordi che la mente propone)
Disegni a matita
Un Tentativo.
(per dare voce all’inesprimibile genealogico)
Dipinti: ‘DAL VUOTO LA FORMA’

2° Gomitolo: La vita gentile
Situazioni ordinarie.
(racconti brevi)
Dipinti: ‘L’ENERGIA PRENDE CORPO’

3° Gomitolo: Progetti
Recensioni. (Artisti in mostra)

4° Gomitolo: La bellezza
Poesie. Dal disagio alla gioia
Acquerelli figurativi
Quasi-Haikù
Acquerelli semi-astratti: Bagliori

CONSIDERAZIONI FINALI
Il gruppo.
I visitatori.
L’eredità.

Bibliografia dei 4 gomitoli
Postfazione di Luciana La Stella
L’essere tra spazio e tempo oltre il silenzio

COMMENTI

Enzo Demarchi: Affetti riscoperti
Alessandra Re: Fili di lana e filo spinato
Matteo Riccò: Luce d’artista
Gerolamo Sirena: “Sogno di ballare per dire tutto quello che c’è da dire”


 

 

 

 

 

 

 

 

La collina detta ‘La Gioia”

con il casotto di Cesare, mio bisnonno paterno” (E.Prunotto, p. 245)

1 Cfr. http://www.arabafenicelibri.it/libri-collana-tracce-di-benessere-ricombinate-54008.html e sito IIM, 27 Giugno 2019: https://www.micropsicoanalisi.it/resoconto-dellincontro-di-presentazione-della-collana-tracce-di-benessere-ricombinate/ .

2 Intervento per International Association for Art and Psychology, Arte e Psicologia, Sezione Piemontese, Attività del 2011, “Identità, differenze? Arte e Psicologia si confrontano”, contributo del Gruppo di Studio Interdisciplinare alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Presidente Marcello Pedretti. In PeS, parte prima e seconda (https://www.psicoanalisi.it/osservatorio/identita-e-trasformazione-la-tessitura-di-un-proprio-originale-presupposto-di-incontri-adulti-parte-prima/3961/ ).

3 Com’è risaputo, nel 1908 Freud, cinquantaduenne, fu invitato in America a tenere una serie di conferenze. Vi andò, non proprio entusiasta, insieme a Jung e Ferenczi. Sbarcando pronunciò la celebre frase: «Portiamo la peste, e loro non lo sanno ancora», riferendosi alle critiche che, già in Europa, la psicoanalisi aveva indotto.

Daniela Gariglio

Commento di Matteo Riccò (Prunotto, La vita guarita, 2024, pp. 239-240)

Luce d’artista

L’impressione che più mi ha colpito, leggendo quest’ultimo libro della collana ideata e diretta da Daniela Gariglio, riguarda il senso di gratitudine che, quando non è espresso esplicitamente, traspare a più riprese nel testo, ‘contagiando’ con la sua genuinità anche il lettore. La gratitudine di chi si sente finalmente libero, a più livelli, incluso quello di mostrarsi senza veli, così come l’esperienza analitica gli ha insegnato.

Tutto questo attraverso un linguaggio evocativo fatto per lo più da immagini, che si susseguono come in una pinacoteca e la cui sequenza pare dettata dalla logica associativa e dal cammino a ritroso, che il desiderio di andare avanti (progredire) impone.

Prima di ‘progredire’ però, nel mio discorso, sento urgente la necessità di precisare il significato che attribuisco, in questo contesto, al concetto di andare avanti, specificando a cosa si contrappone: alla forza (usando una metafora di Nicola Peluffo) ‘gravitazionale’ di alcune tracce traumatiche presenti nel nostro psichismo, tracce che si ripresentano associativamente in specifiche situazioni, riportandoci su strade dolorose e infauste, percorse più e più volte nel corso della nostra vita, talvolta anche in quella di chi ci ha preceduto (come nel caso illuminante del racconto del nonno di Bruna).

Questo perché secondo la micropsicoanalisi, e non solo (lo stesso Freud aveva sottolineato l’importanza della componente filogenetica nell’analisi della psiche individuale), le tracce ontogenetiche poggiano e talvolta ricalcano quelle della filogenesi. Da qui, l’importanza del supporto tecnico dello studio dell’albero genealogico che viene introdotto nell’ultima parte di una micropsicoanalisi.

Tutto ciò lo si può ritrovare appieno in questo libro: un viaggio alla ricerca di sé che, immergendosi sempre più in profondità fino alla primissima infanzia di “quando il sentire è tanto e le parole troppo poche” si spinge ancora oltre, fino a quando manca il respiro, risalendo finalmente nella e attraverso la genealogia, fino a sciogliere quell’ultimo nodo che restituirà ai fantasmi del passato la meritata pace. È però della pace dei vivi che qui si parla, quella che emerge dalla complessità, come scrive l’autrice parlando del turbamento che quest’ultima le procurava: quando si coglie cioè che l’immagine che utilizziamo per rappresentarla “è come estrarre un frammento dal caotico mondo e dare un ordine alla visione.”

Allora l’Immagine1, ora intesa in senso micropsicoanalitico, divenuta meno rigida, può cambiare ricombinandosi, come testimonia la trasformazione della casa di famiglia dell’autrice, che da luogo di drammatiche intrusioni e ingiustizie, è diventata ora luogo di accoglienza, di generosità e di scambio arricchente.

Matteo Riccò

Psicoterapeuta, Micropsicoanalista

1 “Insieme delle rappresentazioni e degli affetti che strutturano l’inconscio a partire dall’Es”. Dizionario di psicoanalisi e micropsicoanalisi. ed. Borla, Roma, 1984.